Nelle oasi del vuoto


Da “Nelle oasi del vuoto” a “La persistenza della luce”

Il lavoro che presento iniziato nel 1998 è composto da diversi gruppi di mmagini, ricerche condotte nelle zone del Rubicone e zone circostanti, Bellaria colonia “Figlie dei Ferrovieri”, Milano Marittima, la Salina di Cervia, Viserba la Corderia, Savignano il Mulino Sapignoli, il fiume Rubicone e diversi luoghi vari, Gabicce Monte al famoso locale Eden Rock ecc. Le immagini tutte in Bianco e nero provengono quasi esclusivamente da negativi Polaroid 665 e P55 e lastre di grande formato esposti con apparecchi stenopeici, cioè privi di lenti sostituite da un piccolo foro. La scelta di questi strumenti per realizzare le immagini dei miei progetti, non è stata casuale, negli anni ‘80, quando iniziai c’era un gran fermento intorno alla fotografia memori della lezione impartita da registi come Antonioni con films come Blow-Up o Zabriskie Point oppure Wim Wenders con il film Alice nelle città e Il cielo sopra Berlino. Unitamente alla frequentazione di grandi autori che ci hanno accompagnato in queste ricerche ho maturato un’idea di estetica a priori delle cose. Le mie “vedute” partono dalla necessità di compararsi e relazionarsi con la realtà, senza celarsi dietro una narrazione fantastica, di uscire dai luoghi comuni e cercare in ogni caso una via di riconciliazione con i luoghi esplorati. I nostri sguardi devono rimettersi in gioco accettando questo stato delle cose, difendendo la sincerità dell’opera compiuta, per far emergere i segni che appartengono al vissuto quotidiano. La fotografia è direttamente legata alla memoria. Una memoria stabile, non transitoria come potrebbero essere il cinema o il video od immaginativa come potrebbe essere il disegno e la pittura, per questa ragione si pone in una posizione privilegiata per ciò che riguarda la narrazione e la catalogazione di immagini, di luoghi che per la loro natura o per la trasformazione in atto subiranno dei cambiamenti radicali. La documentazione di questi eventi da sola vale ed assume nel tempo valore patrimoniale della comunità, però a mio avviso non va dimenticata la natura estetica della fotografia che in molti casi trasforma immagini create solamente per scopi documentativi in immagini dall’alto valore artistico. In fondo la persistenza della luce è l’idea sostanziale che mi ha accompagnato in questa lunga ricerca.

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